Ghiacciaia Casasco (Sec. XVIII)
Scheda
Il ghiaccio, come il sale e il fumo, ha rappresentato uno dei metodi migliori, e in molti casi l'unico, per la conservazione degli alimenti, in particolare delle carni e dei prodotti caseari freschi, più recentemente per produrre gelati e conservare bevande. Questo utilizzo è antichissimo: già nel IV secolo a. C. si conservava il ghiaccio in profonde buche ricoperte da arbusti e terriccio. La produzione del ghiaccio naturale in Piemonte è documentata dal XVII secolo agli anni immediatamente seguenti la seconda guerra mondiale, soppiantata prima dalla scoperta e dall'utilizzo del ghiaccio artificiale e successivamente dai frigoriferi domestici. Nel territorio di Sant’Antonino esistevano altre tre ghiacciaie, una nella frazione Codrei, una sulla strada che porta al Cresto poco oltra la Fornace e una più piccola nel cortile dell’abitazione e magazzino della famiglia Casasco in via Verdi: famiglia che era proprietaria di un negozio per il commercio dei vini e di una caffetteria. Questa che vedete è costituta da una struttura circolare in pietra con una cupola in mattoni pieni alta oltre tre metri e un vano accessibile attraverso una scala a pioli. Il ghiaccio si produceva due volte l’anno in una vasca costruita a lato della struttura deviando il corso del Rio Concetto, veniva tagliato a blocchi e conservato nella ghiacciaia. L’ultimo venditore di ghiaccio (Fransuà) esercitava per conto di Casasco Vini ancora negli anni Quaranta del secolo scorso.