Gli edifici storico civili di Via Torino
Scheda
Nome | Descrizione |
---|---|
Punto di partenza | Piazza Don Oreste Cantore |
Punto di arrivo | Monumento degli alpini, Piazza Libertà |
Lunghezza | 1 Km circa |
Tempo percorrenza | 20 minuti |
Grado di difficoltà | Basso |
La Via Centrale del Paese
Piazza don Oreste Cantore
Questo itinerario ha inizio da piazza don Oreste Cantore, collocata al centro del paese tra la Statale 25 e la centrale Via Torino. Qui vi è un ampio parcheggio e si può proseguire a piedi. Di un certo interesse storico è la locale Società Cooperativa, fondata il 10 agosto del 1884 per volontà di un gruppo di cittadini e tra questi il sindaco Augusto Caselette. L’attuale struttura risale alla fine del secondo decennio del Novecento, negli anni hanno trovato posto una panetteria, una latteria, una macelleria e un bar ristorante. Attività legate in qualche modo alla direzione della Società, salvo la panetteria che già a metà degli anni Cinquanta del secolo scorso diviene indipendente. La piazza fu intitolata a don Oreste Cantore (1921 – 1992) nell’aprile del 2005 – un sacerdote originario di Chiusa di S. Michele poi parroco a Sant’Antonino e in altri paesi ed infine rettore del Seminario Vescovile – noto per la sua sensibilità verso i giovani, i meno abbienti e gli stranieri.
La Farmacia storica (Via Torino 147)
Questa è una delle prime cento farmacie del Regno di Sardegna autorizzate da Re Carlo Emanuele nel marzo 1732. Ad acquistare la “piazza da speziale medicinale” fu Giuseppe Antonio Caselette di Susa il 30 giugno 1767, la licenza era concessa a Giaveno ma il Caselette ottenne di trasferirla a Sant’Antonino. La farmacia, che era qualche decina di metri più ad est su Via Torino (ora si trova sulla Statale 25) ed aveva ad inizio ‘800 due distinti locali, passò attraverso 12 proprietari ma fu sempre in esercizio. Accanto alla licenza da farmacista il Caselette otterrà anche quella di “rivenditore di robbe vive”. Per diventare farmacista occorreva superare un esame presso il Magistrato del Protomedicato nella Regia Università degli Studi. Il farmacista che più di altri lasciò un segno di sé fu Giuseppe Casasco il quale, fin dal 1847, iniziò a coltivare la menta piperita in un appezzamento preso in affitto dal Comune. Attività che lo porterà a produrre 2.000 kg di foglie di menta e 45-50 kg l’anno di assenza pregiata. Tanto che fu premiata all’Esposizione Nazionale di Torino nel 1858, di Firenze nel 1860, all’esposizione Internazionale di Londra nel 1862 e ancora e quella Nazionale di Torino nel 1884 con la medaglia d’argento.
La stazione dei Carabinieri Reali (Via Torino 172)
Il Corpo dei Carabinieri Reali in Piemonte fu istituito da Vittorio Emanuele I con Regie Patenti il 13 luglio 1814 allo scopo di “assicurare nell'interno del Regno di Sardegna, ed in campo presso le Armate, la conservazione dell'ordine e l'esercizio delle Leggi”. Nella settimana tra il 10 e il 15 novembre 1814, i Carabinieri Reali a cavallo di stanza a Sant'Ambrogio si trasferiscono a Sant'Antonino. Era sindaco Giuseppe Rossetto Casel. Fatto costruire nel 1791 e terminato nel 1797 ad opera dell'architetto Agostino Marchiandi, l'edificio che li ospitò fu sede del medico condotto e di locali ad uso pubblico (ad esempio delle scuole comunali). Questa fontana, più antica, fu
denominata “dei carabinieri” ed inglobata nella costruzione. Dietro ad essa avevano sede le carceri. Nei locali ora sede della Pro Loco e dei Vigili Urbani si trovavano le stalle per i cavalli e i magazzini, al primo piano, da entrambi i lati delle scale, si trovavano la Caserma e le cinque stanze dei Reali Carabinieri che avevano giurisdizione sui paesi vicini da Villar Focchiardo a Borgone, da Condove e Sant'Ambrogio. Nel 1855 si ha notizia di un possibile trasferimento degli Uffici a Condove, il Comune si oppone ed ottiene - in forza del fatto che Sant'Antonino è l'unica “stazione” tra Torino e Susa sull'antica Via di Francia - che i Carabinieri restino “nelle comode stanze loro assegnate” sia pure declassati: saranno di servizio solo più a piedi. Nel 1888 sarà chiusa, a nulla valsero le pressanti richieste avanzate ancora negli anni 1901 giacché la popolazione era notevolmente accresciuta per via dell'insediamento di numerose industrie – istanza condivisa anche dal Consiglio comunale di Vaie – e nel 1903, preoccupati delle “numerose conferenze e comizi scadenti in dissidi, risse e scioperi”.
La Biblioteca (Via Torino 172)
L'attenzione verso la fruizione pubblica della lettura e l'ausilio del prestito librario ha inizio a Sant'Antonino nel lontano settembre 1955 con l'avvio dell'anno scolastico 1955-56, su sollecitazione dell'allora Provveditorato gli Studi di Torino, con la costituzione, presso un locale delle scuole elementari del paese di un Centro di lettura e informazione, gestito da un insegnante della scuola. Con gli anni il Centro, in un primo tempo aperto per sei ore settimanali in orario pre-serale e serale, si è sviluppato fino a diventare una vera realtà per il paese e divenire, il 16 dicembre 1975 Biblioteca civica costituita presso quattro locali dell’edificio posto di fronte al palazzo comunale. Nel 2008 la Biblioteca è stata intitolata al maestro Luigi Ferrero che si prodigò, ad inizio Novecento, per la formazione culturale della popolazione con corsi serali ed altre iniziative da lui direttamente seguite.
Il monumento degli alpini
Questo monumento, collocato sul sagrato della chiesa parrocchiale, fu fatto costruire per volontà di un Comitato di cittadini presieduto dal capitano Enrico Billia (presidente della locale sezione degli Alpini) in onore dei caduti della prima guerra mondiale. Inaugurato il 2 settembre del 1923 fu donato al Comune il 4 agosto 1925. Nel settembre del 1943 la statua di bronzo venne smontata e nascosta per impedire che fosse donata al Regime per essere fusa e produrre materiale bellico, tre anni dopo fu di nuovo collocata al suo posto. Ora ospita anche una lapide a ricordo dei caduti, dispersi e internati del secondo conflitto mondiale. Fu restaurata nel 1987.
Questo itinerario ha inizio da piazza don Oreste Cantore, collocata al centro del paese tra la Statale 25 e la centrale Via Torino. Qui vi è un ampio parcheggio e si può proseguire a piedi. Di un certo interesse storico è la locale Società Cooperativa, fondata il 10 agosto del 1884 per volontà di un gruppo di cittadini e tra questi il sindaco Augusto Caselette. L’attuale struttura risale alla fine del secondo decennio del Novecento, negli anni hanno trovato posto una panetteria, una latteria, una macelleria e un bar ristorante. Attività legate in qualche modo alla direzione della Società, salvo la panetteria che già a metà degli anni Cinquanta del secolo scorso diviene indipendente. La piazza fu intitolata a don Oreste Cantore (1921 – 1992) nell’aprile del 2005 – un sacerdote originario di Chiusa di S. Michele poi parroco a Sant’Antonino e in altri paesi ed infine rettore del Seminario Vescovile – noto per la sua sensibilità verso i giovani, i meno abbienti e gli stranieri.
La Farmacia storica (Via Torino 147)
Questa è una delle prime cento farmacie del Regno di Sardegna autorizzate da Re Carlo Emanuele nel marzo 1732. Ad acquistare la “piazza da speziale medicinale” fu Giuseppe Antonio Caselette di Susa il 30 giugno 1767, la licenza era concessa a Giaveno ma il Caselette ottenne di trasferirla a Sant’Antonino. La farmacia, che era qualche decina di metri più ad est su Via Torino (ora si trova sulla Statale 25) ed aveva ad inizio ‘800 due distinti locali, passò attraverso 12 proprietari ma fu sempre in esercizio. Accanto alla licenza da farmacista il Caselette otterrà anche quella di “rivenditore di robbe vive”. Per diventare farmacista occorreva superare un esame presso il Magistrato del Protomedicato nella Regia Università degli Studi. Il farmacista che più di altri lasciò un segno di sé fu Giuseppe Casasco il quale, fin dal 1847, iniziò a coltivare la menta piperita in un appezzamento preso in affitto dal Comune. Attività che lo porterà a produrre 2.000 kg di foglie di menta e 45-50 kg l’anno di assenza pregiata. Tanto che fu premiata all’Esposizione Nazionale di Torino nel 1858, di Firenze nel 1860, all’esposizione Internazionale di Londra nel 1862 e ancora e quella Nazionale di Torino nel 1884 con la medaglia d’argento.
La stazione dei Carabinieri Reali (Via Torino 172)
Il Corpo dei Carabinieri Reali in Piemonte fu istituito da Vittorio Emanuele I con Regie Patenti il 13 luglio 1814 allo scopo di “assicurare nell'interno del Regno di Sardegna, ed in campo presso le Armate, la conservazione dell'ordine e l'esercizio delle Leggi”. Nella settimana tra il 10 e il 15 novembre 1814, i Carabinieri Reali a cavallo di stanza a Sant'Ambrogio si trasferiscono a Sant'Antonino. Era sindaco Giuseppe Rossetto Casel. Fatto costruire nel 1791 e terminato nel 1797 ad opera dell'architetto Agostino Marchiandi, l'edificio che li ospitò fu sede del medico condotto e di locali ad uso pubblico (ad esempio delle scuole comunali). Questa fontana, più antica, fu
denominata “dei carabinieri” ed inglobata nella costruzione. Dietro ad essa avevano sede le carceri. Nei locali ora sede della Pro Loco e dei Vigili Urbani si trovavano le stalle per i cavalli e i magazzini, al primo piano, da entrambi i lati delle scale, si trovavano la Caserma e le cinque stanze dei Reali Carabinieri che avevano giurisdizione sui paesi vicini da Villar Focchiardo a Borgone, da Condove e Sant'Ambrogio. Nel 1855 si ha notizia di un possibile trasferimento degli Uffici a Condove, il Comune si oppone ed ottiene - in forza del fatto che Sant'Antonino è l'unica “stazione” tra Torino e Susa sull'antica Via di Francia - che i Carabinieri restino “nelle comode stanze loro assegnate” sia pure declassati: saranno di servizio solo più a piedi. Nel 1888 sarà chiusa, a nulla valsero le pressanti richieste avanzate ancora negli anni 1901 giacché la popolazione era notevolmente accresciuta per via dell'insediamento di numerose industrie – istanza condivisa anche dal Consiglio comunale di Vaie – e nel 1903, preoccupati delle “numerose conferenze e comizi scadenti in dissidi, risse e scioperi”.
La Biblioteca (Via Torino 172)
L'attenzione verso la fruizione pubblica della lettura e l'ausilio del prestito librario ha inizio a Sant'Antonino nel lontano settembre 1955 con l'avvio dell'anno scolastico 1955-56, su sollecitazione dell'allora Provveditorato gli Studi di Torino, con la costituzione, presso un locale delle scuole elementari del paese di un Centro di lettura e informazione, gestito da un insegnante della scuola. Con gli anni il Centro, in un primo tempo aperto per sei ore settimanali in orario pre-serale e serale, si è sviluppato fino a diventare una vera realtà per il paese e divenire, il 16 dicembre 1975 Biblioteca civica costituita presso quattro locali dell’edificio posto di fronte al palazzo comunale. Nel 2008 la Biblioteca è stata intitolata al maestro Luigi Ferrero che si prodigò, ad inizio Novecento, per la formazione culturale della popolazione con corsi serali ed altre iniziative da lui direttamente seguite.
Il monumento degli alpini
Questo monumento, collocato sul sagrato della chiesa parrocchiale, fu fatto costruire per volontà di un Comitato di cittadini presieduto dal capitano Enrico Billia (presidente della locale sezione degli Alpini) in onore dei caduti della prima guerra mondiale. Inaugurato il 2 settembre del 1923 fu donato al Comune il 4 agosto 1925. Nel settembre del 1943 la statua di bronzo venne smontata e nascosta per impedire che fosse donata al Regime per essere fusa e produrre materiale bellico, tre anni dopo fu di nuovo collocata al suo posto. Ora ospita anche una lapide a ricordo dei caduti, dispersi e internati del secondo conflitto mondiale. Fu restaurata nel 1987.